Ecco cosa fare quando ci si ustiona in casa e non solo: i primi 30 minuti sono essenziali per un processo di guarigione completo e ottimale.
Le ustioni costituiscono un’emergenza medica che richiede una gestione immediata e appropriata per limitare il danno tissutale, prevenire complicanze e ottimizzare il processo di guarigione. Il corretto intervento nelle prime fasi dopo l’evento traumatico può influenzare significativamente l’esito clinico finale, riducendo la gravità delle lesioni e migliorando la prognosi complessiva.
In caso di ustione, la prima azione fondamentale consiste nell’allontanare la vittima dalla fonte di calore o dall’agente causale, interrompendo il meccanismo lesivo. Questo deve avvenire garantendo la sicurezza del soccorritore e della vittima stessa. Se gli indumenti sono in fiamme, è necessario far sdraiare la persona a terra e rotolare per soffocare il fuoco, evitando che corra, poiché il movimento alimenterebbe ulteriormente le fiamme.
Successivamente, bisogna raffreddare la zona ustionata con acqua corrente a temperatura moderata (15-25°C) per almeno 10-20 minuti: questo intervento risulta particolarmente efficace se effettuato entro i primi 30 minuti dall’ustione e contribuisce a limitare la progressione del danno termico nei tessuti. L’acqua non deve essere gelata, in quanto potrebbe causare vasocostrizione e aggravare il danno ischemico locale; inoltre, in caso di ustioni estese, l’applicazione di acqua troppo fredda potrebbe indurre ipotermia, particolarmente pericolosa nei bambini e negli anziani.
Durante il raffreddamento, è fondamentale rimuovere delicatamente anelli, bracciali, orologi e altri accessori dalla zona interessata, prima che l’edema post-traumatico ne renda difficile l’estrazione. Gli indumenti non aderenti alla cute possono essere rimossi con cautela, mentre quelli che appaiono fusi con il tessuto cutaneo non devono essere strappati, per evitare ulteriori lacerazioni della cute danneggiata.
La gestione delle ustioni varia in funzione dell’agente causale. Nel caso di ustioni chimiche, il lavaggio con acqua corrente deve essere prolungato (30-60 minuti) per diluire e rimuovere completamente l’agente corrosivo. È controindicato l’utilizzo di sostanze neutralizzanti, poiché la reazione chimica potrebbe generare calore e aggravare il danno.
Per le ustioni elettriche, dopo aver interrotto l’erogazione di corrente, è prioritario verificare le funzioni vitali della vittima, poiché il passaggio di corrente attraverso il corpo può causare aritmie cardiache o arresto cardiocircolatorio. Le lesioni cutanee visibili rappresentano spesso solo la manifestazione superficiale di un danno tissutale più profondo, che può coinvolgere muscoli, tendini e strutture nervose.
Le ustioni da radiazioni richiedono particolare attenzione alla decontaminazione del paziente e alla sicurezza degli operatori, con protocolli specifici gestiti da personale specializzato.
Dopo il raffreddamento, la zona ustionata deve essere coperta con materiale pulito, possibilmente sterile e non aderente: garze sterili inumidite con soluzione fisiologica rappresentano la scelta ottimale. È fondamentale evitare l’applicazione di rimedi “casalinghi” come olio, burro, dentifricio o farine, che possono favorire la proliferazione batterica, ostacolare la valutazione medica successiva e, in alcuni casi, aggravare il danno.
Anche l’applicazione di ghiaccio direttamente sulla cute ustionata è controindicata, poiché può accentuare il danno ischemico locale. Similmente, l’uso di pomate o creme prima della valutazione medica è sconsigliato, in quanto può interferire con l’esame obiettivo e con l’eventuale debridement della lesione.
Nel caso di flittene (vescicole), è opportuno evitarne la rottura per prevenire contaminazioni batteriche e ulteriore dolore. La gestione delle vescicole sarà effettuata successivamente in ambiente sanitario con tecnica sterile.
La decisione di trasportare il paziente in ospedale dipende dalla valutazione preliminare della gravità dell’ustione, considerando profondità, estensione e localizzazione.
In attesa dei soccorsi, è importante mantenere il paziente al caldo (ad eccezione dell’area ustionata) per prevenire l’ipotermia, monitorarne lo stato di coscienza e le funzioni vitali, posizionarlo in modo da prevenire complicanze (ad esempio, posizione semi-seduta in caso di ustioni al volto per ridurre l’edema) e fornire supporto psicologico.
Il dolore rappresenta un sintomo predominante nelle ustioni, particolarmente nelle lesioni di primo e secondo grado, dove le terminazioni nervose sono preservate. La gestione antalgica iniziale può prevedere l’assunzione di analgesici da banco come paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei, se non controindicati. In ambito ospedaliero, per ustioni estese o profonde, potrebbe rendersi necessaria la somministrazione di analgesici oppioidi.
È imperativo richiedere assistenza medica di emergenza tramite il numero unico di emergenza (118 in Italia) nelle seguenti circostanze:
La corretta gestione delle ustioni nelle prime ore dopo l’evento traumatico rappresenta un fattore determinante per l’esito clinico. L’intervento tempestivo e appropriato può limitare la progressione del danno termico, ridurre le complicanze infettive e migliorare significativamente la prognosi funzionale ed estetica.
Fonti generali:
https://www.msdmanuals.com/it/professionale/traumi-avvelenamento/ustioni/ustioni
https://www.msdmanuals.com/it/casa/lesioni-e-avvelenamento/ustioni/ustioni